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Giovanni Albrici

Giovanni Albrici, figlio del pittore Enrico, nacque a Vilminore in Val di Scalve nel 1743, frequentò il Seminario di Bergamo dove gli furono conferiti gli ordini minori nel 1764 e l’ordine sacerdotale nel 1768.

Secondo quanto scrive nel 1793 il Conte Giacomo Carrara nella nota di completamento alla vita di Enrico Albrici apprendiamo che:

 

De’ tre figliuoli de’ quali si è fatta menzione di sopra, il secondo solamente per nome Giovanni, il quale ha abbracciato lo stato ecclesiastico, attese alcun poco al disegno, e ricopiò alcune opere del Padre, ed altre da lui lasciate imperfette ha condotte a fine: e mercé la diligenza in esse usata, possono essere applaudite. Ciò però che lo ha distinto, è il suo genio particolare nelle cose fisiche e matematiche, nelle quali si può dire che senza scorta alcuna, ma colla sola sua industria ha fatto grandi progressi.

 

Secondo quanto Giovanni Albrici afferma nel curriculum redatto di suo pugno nel 1814 – il documento è trascritto nell’approfondimento -, si dedicò soprattutto allo studio, oltre che delle Umane Lettere, della Matematica, della Geometria e della Fisica sperimentale, diventando abile costruttore di apparecchi scientifici. E infatti anche Carrara scrive:

 

Oltre varie ben intese macchinette che servono alla Fisica sperimentale, da lui inventate ed eseguite con somma esattezza, ha sotto la sua direzione e disegno fatta fare una macchina pneumatica ad uso delle pubbliche scuole, la quale ha varie cose di invenzione sua, e si può considerare una delle migliori che in tal genere si veggano; e due sfere Copernicane, una assai grande con i moti rispettivi de’ Pianeti, la quale è riposta nella libreria del Collegio Mariano; ed altra più piccola, ma lavorata coll’ultima esattezza, per uso de’ figli di S.A.R. l’Arciduca Ferdinando, la quale esaminata dai Regi Astronomi della Specola di Brera di Milano, e trovatala per vari giorni giustissima ne’ vari suoi movimenti meritatamente riscosse le loro approvazioni.

 

La Macchina planetaria ideata e costruita da Giovanni Albrici fu acquistata nel 1783 dalla Nobile reggenza del Collegio Mariano, probabilmente su richiesta di Lorenzo Mascheroni docente presso la scuola e fautore del rinnovamento dell’insegnamento della fisica sperimentale, che intendeva utilizzarla a scopo didattico. Giovanni Albrici fu chiamato a ricoprire la carica di macchinista e custode delle apparecchiature del neonato Gabinetto di Fisica. Durante gli anni di insegnamento di Mascheroni presso il Collegio Mariano, dovette attuarsi una collaborazione e uno scambio di idee tra lo scienziato e il macchinista, volto a realizzare le varie esperienze nel modo didatticamente più valido.

Il rapporto di Albrici con Mascheroni, tuttavia, non si interruppe quando nel 1786 l’illustre scienziato fu chiamato a ricoprire l’incarico di docente di Matematica presso l’Università di Pavia, come provano alcune lettere che i due si scambiarono fra il 1786 e il 1895.

Deferenti verso il grande maestro quelle di Albrici, quando, ad esempio, gli chiede consiglio riguardo al modo di effettuare alcune esperienze o lo prega di informarsi presso il macchinista dell’Università di Pavia sui particolari costruttivi di alcuni strumenti; a volte anche confidenziali, quando ad esempio gli rivela di avere ben poche risorse per la costruzione delle macchine che servono alla scuola di Fisica. Dalle lettere di Mascheroni che soddisfano sempre le richieste di Albrici, traspare la stima per il valente macchinista e il desiderio di accrescerne la fama.

Anche Giacomo Carrara rende omaggio alla maestria di Albrici, affermando che: «Per tale sua abilità, che si distingue specialmente nel trovare i modi da semplificare le macchine usate per la Fisica sperimentale, ed inventarne di nuove, è stata a lui appoggiata la cura del Gabinetto di Fisica sperimentale delle pubbliche scuole di questa nostra Città, impiego nel quale s’adopera con tanto impegno e così felice riuscita, che quantunque il Gabinetto sia da pochi anni cominciato, è già fornito in modo da essere di grande vantaggio agli studiosi delle cose fisiche; ed è a sperare che non andrà molto, che diverrà uno dei più considerabili».

Giovanni Albrici ha sottoscritto, come macchinista e custode, i primi inventari del Gabinetto di Fisica datati 1793 e 1804. Il primo si riferisce all’epoca in cui il territorio bergamasco era sotto la dominazione veneta, mentre il secondo è stato redatto nel periodo di influenza francese, quando le scuole del Collegio Mariano avevano assunto la denominazione di Liceo Dipartimentale. Tale denominazione rimase fino al 1814, anno della restaurazione della dominazione asburgica.

Il ruolo ufficiale di Albrici in quegli anni, come attestano i documenti conservati nell’archivio storico del Liceo, è quello di “Assistente alla cattedra di Fisica sperimentale” ricoperta dagli insegnanti incaricati che succedettero a Mascheroni: da Antonio Tadini a Francesco Maccarani. Egli ha assolto inoltre l’incarico di custode della biblioteca del Liceo.

Nel 1797 fu incaricato dalla Municipalità di progettare e costruire la meridiana sotto i portici del Palazzo della Ragione e nell’inventario del 1804 del Gabinetto di Fisica sono elencati anche gli strumenti che sono serviti allo scopo.

Di lui scrive nel 1814 Giacomo Facheris, reggente del Regio Liceo: «Quest’uomo ingegnoso e infaticabile malgrado la sua età e sordità è tuttora abilissimo direttore macchinista.» Non sappiamo se l’anno successivo ricoprisse ancora quell’incarico, ma apprendiamo dal registro degli Atti di morte della Parrocchia di Sant’Andrea – egli infatti risiedeva in via Porta Dipinta – che morì a causa di una sincope nella chiesa sussidiaria di San Michele il 10 novembre 1816.

Approfondimento

Curriculum manoscritto di Giovanni Albrici redatto nel 1814 e conservato nell’archivio storico del Liceo Sarpi, Faldone LXXI.

 

Cognome e nome

Albrici Giovanni

 

Età

D’anni settantuno

 

Patria

Di Vilminore terra provinciale della Valle di Scalve territorio di Bergamo

 

Religione

La Cattolica Apostolica Romana

 

Condizione personale

Sacerdote

 

Corso de’ studi

Le umane e belle lettere, la filosofia, la teologia speculativa nel Seminario di Bergamo

 

Scienze

Matematica, Geometria, ed in particolare la Fisica sperimentale

 

Le lingue che possiede

Italiana, Latina e qualche poco la Francese

 

Grado attuale

Macchinista e direttore alla costruzione delle macchine ed assistente di Fisica sperimentale nel Regio Liceo di Bergamo, custode della Libreria e del Gabinetto del medesimo Liceo

 

Trafila degli impieghi coperti

Dopo due anni di scuola Italiana e Latina fatta in Patria, mi son consacrato agli studi di Matematica e Fisica sperimentale, segnatamente all’arte della costruzione ad uso delle macchine inservienti a tali studi nel corso d’una trentina d’anni ed ho assistito nella scuola di Fisica sperimentale agli illustri professori Mascheroni, Tadini, Marinoni, Alborghetti, Caffi, Maranesi, Berissi e Maccarani, costruendo quasi tutte le diverse macchine che a mano a mano si rendevano necessarie.

 

Soldo

Quello che ho attualmente sono quattrocento lire italiane

 

Totalità degli anni di servizio

È incirca trent’anni continui

 

 

Prete Giovanni Albrici

 

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