Liceo Paolo Sarpi

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111/E – 112/E GALVANOMETRI ASTATICI (SISTEMA NOBILI)

Legno, ottone, rame, vetro, avorio, metallo, porcellana

d. 160; h. 400

C. Dell’Acqua - Milano

2/4 XIX secolo

Su una base in legno circolare, munita di tre piedi regolabili, è appoggiata una campana di vetro alla cui sommità è posto un pomolo per la sospensione di un sottile filo di seta che sorregge il sistema astatico. Questo è costituito da due aghi calamitati disposti in modo da avere, da uno stesso lato, poli eteronimi, così da risentire minimamente dell’azione magnetica terrestre. L’ago superiore è al di sopra di una piastra circolare in rame, sulla quale è inciso un cerchio graduato per la lettura dell’angolo di deviazione; l’ago inferiore è all’interno del telaio moltiplicatore, costituito da una bobina di filo isolato e avvolto su un rocchetto di porcellana. I capi della bobina sono collegati a due morsetti posti lateralmente alla base dello strumento. Una vite consente di ruotare la scala graduata in modo che lo zero coincida con la direzione del meridiano magnetico.

Data di acquisto 1856 – 57.

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    Leopoldo Nobili (1784–1835), professore di Fisica presso la Specola di Firenze, realizzò questo tipo di galvanometro nel 1825, sfruttando contemporaneamente i vantaggi offerti dal sistema astatico, dalla sua sospensione in filo di seta, dall’utilizzo del telaio moltiplicatore.

113E GALVANOMETRO A BOBINA MOBILE

Legno di quercia, metallo

170 x 160; h. 190

1/4 XX secolo

Lo strumento, che è racchiuso in una scatola in legno con le pareti anteriore e posteriore in vetro, è costituito da una bobina posta fra le espansioni di un grosso magnete ricurvo. All’asse della bobina è fissato un ago, la cui punta termina su una scala, posta nella parte superiore dello strumento, nella quale le divisioni sono costituite da forellini. I capi della bobina sono collegati alle boccole poste anteriormente allo strumento, sulla sua base.

Quando nella bobina circola corrente, il campo magnetico della calamita genera una coppia che costringe la bobina a ruotare. La rotazione, contrastata da una forza di richiamo esercitata da una molla, è proporzionale alla intensità della corrente.

Questo strumento è da proiezione, ovvero consente di proiettare su uno schermo la scala, illuminata con una sorgente opportuna.

Data di acquisto 1922.

114E VOLTAMPEROMOMETRO VERTICALE A BOBINA MOBILE

Legno, metallo

280 x 180; h. 340

Hartmann – Braun  n° 152 Frankfurt a/M

4/4 XIX secolo

Lo strumento è costituito da una bobina avvolta su un rocchetto in cui circola la corrente da misurare; il rocchetto è posto tra le espansioni di una calamita a forma di ferro di cavallo fissata a una tavoletta montata verticalmente ed è collegato ad un ago mobile, che scorre su una scala a zero centrale, con divisioni 10 – 0 – 10 e il suo movimento è contrastato da una molla a spirale. La scala è visibile anche sul retro dello strumento, per consentire anche all’insegnante di leggere i valori misurati.

Sulla base sono fissate tre coppie di serrafili, contrassegnate con Amp, Volt, Galv, alle quali si collega il circuito oggetto della misura, una piccola bobina avvolta su un rocchetto di legno e una resistenza metallica (shunt) che collega le boccole corrispondenti all’amperometro. Alla bobina dell’equipaggio mobile sono collegati due fili isolati muniti di capicorda. Quando si voglia utilizzare lo strumento come amperometro o come galvanometro, i due capicorda vanno inseriti nelle due boccole contrassegnate da Amp o Galv; quando lo strumento è utilizzato come voltmetro, i capicorda vanno inseriti l’uno al morsetto indicato Volt, l’altro al centro della piccola bobina.

Sul retro della scala, oltre alla firma del costruttore sono riportati, in tedesco, i valori massimi misurabili (50 volt o 10 ampere) e le resistenze della bobina mobile (68 ohm) e del rocchetto per le misure di potenziale (18168 ohm).

Data di acquisto 1901.

Riferimenti: Max Kohl A.G., Catalogue no 100, Tome III, Appareils de Physique, p.911; LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1914, n.600.

 

115E GALVANOMETRO A SPECCHIO

Metallo

130 x 120; h. 190

Physikalische  Werkstatte – Göttingen   matr. 6585

1/4 XX secolo

Lo strumento è un galvanometro a bobina mobile, nel quale la bobina è mantenuta in equilibrio fra le espansioni di un magnete mediante un filo sul quale è fissato un piccolo specchio. Quando la corrente circola nella bobina, essa ruota per effetto dell’interazione con il campo magnetico fino a che la torsione del filo di sospensione non equilibra l’azione elettromagnetica. Un fascio di luce che incida sullo specchio perpendicolarmente quando l’intensità della corrente è nulla, viene riflesso con un angolo proporzionale all’intensità della corrente da misurare e, giungendo sopra una scala opportunamente tarata, ne indica il valore.

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    Lo strumento è stato acquistato nel 1930 per essere montato sopra una mensola fissata al muro dell’aula di fisica; nella stessa aula è montata una grande scala semitrasparente sulla quale incide la luce proveniente dal galvanometro, così da rendere visibile a tutta la classe il valore indicato dallo strumento.

    Il principio di funzionamento di questo galvanometro è da collegarsi al modello ideato nel 1878 da Marcel Depretz  (1843 – 1918), ingegnere elettrotecnico francese, successivamente modificato da Arsène d’Arsonval (1851-1940) e noto con il nome di galvanometro Depretz – d’Arsonval.

162E MILLIAMPEROMETRO

Legno, vetro, metallo

250 x 100; h. 360

E. Balzarini  - Milano

1/4 XX secolo

Milliamperometro a bobina mobile fra le espansioni di una calamita a ferro di cavallo, racchiuso in una scatola circolare metallica disposta verticalmente, con coperchio in vetro. L’ago mobile può essere regolato sullo zero della scala con una piccolo bottone e ruota sopra una scala con divisioni ogni due decimi di ampere, da 0 a 5A. Sotto la scatola vi è un commutatore con indicati i numeri 1, 10, 100, corrispondenti a tre diverse resistenze che possono essere inserite nel circuito di misura.

Lo strumento è sostenuto da due colonne isolanti in vetro, fissate ad una base in legno. Questo tipo di milliamperometro era usato soprattutto per misurare la corrente nei tubi a raggi X e, infatti, dai documenti risulta essere stato donato del prof. Silvio Gavazzeni, probabilmente unito al tubo di Coolidge 158/E.

Riferimenti Brenni P. (2000), Gli strumenti di fisica dell’Istituto Tecnico Toscano, Elettricità e Magnetismo, Firenze, Le Lettere, p.136.

166E AMPEROMETRO TERMICO

Legno, metallo

190 x 240 x 180

Olivetti – Milano  n° 7301

1/4 XX secolo

Lo strumento, che è contenuto in una scatola in legno dotata di maniglie e chiusa da un coperchio, sfrutta il riscaldamento e la conseguente dilatazione di un filo al passaggio della corrente che lo attraversa per misurarne l’intensità. La scala di misurazione riporta i valori da 1,5 a 15 ampere.

Data di acquisto 1906.

Riferimenti Brenni P. (2000), Gli strumenti di fisica dell’Istituto Tecnico Toscano, Elettricità e Magnetismo, Firenze, Le Lettere, p.144; LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1914, n. 601.

 

 

167E AMPEROMETRO A FILO CALDO

Legno, vetro, metallo

180 x 165; h. 310

Olivetti – Milano  matr. n° 7205

1952 circa

Amperometro a filo caldo del tipo proposto nel 1890 dalla ditta Hartmann e Braun che misura l’intensità di corrente dall’allungamento di un filo di platino percorso dalla stessa corrente. Lo strumento è racchiuso in una scatola di legno lucidata dotata di sportello anteriore posto a protezione del vetro dietro al quale vi è l’indice che scorre sulla scala graduata non lineare. Nelle pareti laterali e nel fondo della scatola sono inserite reti metalliche per disperdere il calore prodotto. Sopra la scatola, oltre all’impugnatura e ai morsetti di collegamento con il circuito, vi è un chiave da inserire in un contatto per il collegamento con una resistenza aggiuntiva (shunt).

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