Legno, ottone, vetro, marmo
d. 150; h. 260
Max Kohl Chemnitz
1/4 XX secolo
Si tratta di un generatore di scintille che permette la scarica oscillante dei condensatori ad esso collegati; la scatola nera attenua il rumore provocato dalle scintille e ne scherma il bagliore. Alle pareti laterali della vaschetta in vetro nero sono fissati dei serrafili in ottone, collegati a due perni che penetrano nella vaschetta e terminano con due sferette metalliche. Uno dei due perni è filettato e, essendo dotato di un manico isolante, permette la variazione della distanza tra le sferette.
L’oscillatore, insieme agli apparati elencati di seguito, consente di svolgere esperienze sulle correnti di alta frequenza e di alta tensione.
L’oscillatore è stato acquistato nel 1904 insieme agli apparati 143/E, 144/E, 145/E.
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In una delle esperienze proposte nel catalogo del costruttore lo spinterometro va collegato al secondario di un rocchetto Ruhmkorff e alle armature interne delle bottiglie di Leyda 38/E; le armature esterne dei condensatori vanno ai morsetti del primario del trasformatore 142/E, o del risuonatore 144/E. In questo modo le bottiglie di Leyda, caricate dal rocchetto, si scaricano con la scintilla dello spinterometro in modo oscillatorio e con alta frequenza.
Le esperienze sulle correnti di alta tensione e alta frequenza furono condotte in particolare da Nikola Tesla (1856-1943). Di origine croata, emigrato in America nel 1884, Tesla si dedicò all’elettrotecnica, sviluppando i motori a induzione polifase e le reti elettriche, ma soprattutto alla produzione delle correnti di alta frequenza, che sono alla base della trasmissione delle onde elettromagnetiche.
Riferimenti LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1914, n.674.
Per i collegamenti dell’intero circuito si veda Max Kohl A.G., Catalogue no 100, Tome III, Appareils de Physique, p.1027, oltre che Brenni P. (2000), Gli strumenti di fisica dell’Istituto Tecnico Toscano, Elettricità e Magnetismo, Firenze, Le Lettere, p.194.
Metallo, legno
220 x 280 x 380
Max Kohl Chemnitz
1/4 XX secolo
Trasformatore ad alta tensione, derivato da quello di Tesla, e modificato dai fisici tedeschi Julius Elster ( 1854-1920) e Hans Friedrich Geitel ( 1855-1923) costituito da un largo rocchetto, sul quale sono avvolte poche spire di filo conduttore di grossa sezione, che costituisce il primario. Lungo il suo asse può essere montata una delle due bobine in dotazione dell’apparecchio, formate da numerose spire di filo sottile, che costituiscono il secondario del trasformatore. Se il primario del trasformatore è collegato alle armature esterne dei condensatori 38/E, le cui armature interne sono in parallelo con lo spinterometro 141/E e con la bobina ad induzione, in esso la tensione varia con una frequenza molto alta, anche dell’ordine di 105 Hz. Ciò provoca nel secondario del trasformatore tensioni variabili molto elevate.
Data di acquisto 1904.
Metallo, marmo
d. 150; h. 510
Max Kohl Chemnitz
1/4 XX secolo
Si tratta di due bobine montate su un supporto di ebanite fissato ad una base di marmo.
Queste bobine, collegate al risonatore di Oudin 144/E alimentato dal circuito ad alta frequenza descritto in precedenza, entrano in risonanza se si varia opportunamente l’induttanza del risonatore evidenziando effluvi luminosi che si sprigionano dalla sommità.
Data di acquisto 1905.
Riferimenti Max Kohl A.G., Catalogue no 100, Tome III, Appareils de Physique, p.1027
Metallo
d. 160; l. 440; h. 270
Ropiquet, Hasart & Roycourt – Paris matr. n° 879
1938 circa
L’apparecchio sfrutta la proprietà dei raggi X, dei raggi ultravioletti o dei raggi emessi da una sorgente radioattiva, di scaricare i corpi elettrizzati quali, ad esempio, un elettroscopio precedentemente caricato. Il valore dell'intensità della radiazione ionizzante si ottiene misurando la velocità con cui avviene la scarica. L'apparecchio è composto dall'elettrometro che è contenuto nel cilindro di piombo; un tubo orizzontale inserito nel cilindro contiene l'apparato ottico che proietta attraverso la lente l'immagine dell'ago dell'elettroscopio; un lungo tubo in parte flessibile da un lato è inserito nel cilindro contenete l'elettrometro e dall'altro termina con una camera di ionizzazione; il tubo contiene il conduttore che collega il pomolo dell'elettroscopio alla camera di ionizzazione, la quale deve essere posizionata in prossimità dell'ampolla a raggi X di cui si vuole misurare l'intensità.
Data di acquisizione 1938.
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