Legno, ottone
l. 2090 x 240 x 90
Longoni e Dell’Acqua
3/4 XIX secolo
Due guide in legno, sulle quali è incisa una scala graduata, sostengono tre telai mobili, su ciascuno dei quali è fissato un piedistallo in legno tornito, dotato di un indice che scorre sulla scala graduata. Uno dei piedistalli laterali porta la sorgente luminosa di intensità nota, l’altro la sorgente da analizzare (in questo caso si tratta di lampade ad incandescenza) secondo il metodo ideato dal fisico tedesco Robert Bunsen (1811-1899). Il piedistallo centrale sorregge due specchi mobili montati su un cerchio graduato e, al centro, un telaietto nel quale è teso un foglio di carta traslucida con al centro una goccia di stearina. La posizione delle due sorgenti rispetto allo schermo centrale di carta può essere variata, così da variare l’intensità luminosa di ogni sorgente che incide sullo schermo. Dato che la macchia ha un potere diffusivo minore del resto della carta, essa appare più scura della carta stessa, se osservata dalla parte in cui l’intensità luminosa è maggiore, più chiara invece se è maggiore l’intensità della sorgente posteriore, perché la macchia è più trasparente della carta. Gli specchi sono regolabili in modo da rendere contemporaneamente visibili sia l’immagine anteriore, sia quella posteriore della macchia.
È così possibile regolare la distanza di una sorgente in modo da far scomparire la macchia, condizione che si verifica quando l'intensità delle due sorgenti è la medesima. Si dimostra in tal modo la proporzionalità inversa dell’intensità delle sorgenti con il quadrato della distanza.
Il fotometro è stato acquistato nel 1867.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.72, n.1.
Ottone
d. 85; h. 320
3/4 XIX secolo
L’apparecchio consta di una scatola cilindrica in ottone, montata sopra un piedistallo dello stesso metallo con base circolare zavorrata. Una pallina in ottone lucidato è fissata in modo eccentrico ad una piccola ruota dentata, azionata da una manovella posta sul lato opposto della scatola. La piccola ruota si ingrana sulla circonferenza della scatola, il cui fondo è annerito.
Nel suo movimento rapido, che è contemporaneamente di rotazione su sé stessa e di rivoluzione lungo il contorno della scatola, la pallina riflette la luce proveniente da una opportuna sorgente. A causa della persistenza dell’immagine sulla retina, sul fondo della scatola si vede una linea epicicloide luminosa, tanto più intensa, quanto più è vicina la sorgente
Se posto tra due sorgenti, il fotometro mostra le linee corrispondenti ad entrambe e consente di valutare, pur senza elevata precisione, l’intensità relativa delle sorgenti.
Questo tipo di fotometro fu inventato dal fisico inglese Charles Wheatstone (1802-1875) intorno al 1820.
L’apparecchio non è firmato, ma risulta fornito dal Tecnomasio di Milano nel 1871.
Riferimenti LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.450.
Argento, legno di noce, ottone
340 x 250
3/4 XIX secolo
Specchio piano costituito da una lastra d’argento a contorno ellittico con cornice e coperchio incernierato in legno di noce.
Vetro, legno, ottone
d. 150; h. 360
3/4 XIX secolo
Uno specchio convesso di vetro argentato è montato in una cornice di legno annerito ed è imperniato agli estremi di un suo diametro mediante due viti ad un supporto a semicerchio in ottone. Il supporto è fissato ad un piedistallo in noce tornito con base circolare.
Lo specchio convesso produce immagini riflesse virtuali, rimpicciolite e diritte.
Data di acquisto 1857.
Vetro, legno
d. 130; h. 360
3/4 XIX secolo
Uno specchio concavo di vetro argentato è montato mediante un profilo in ottone in una cornice di legno annerito, la quale è fissata, per mezzo di un’asta in ottone, ad un piedistallo in noce tornito.
Vetro, metallo
d. 160
1/4 XX secolo
Specchio a due facce, l’una piana, l’altra convessa; è racchiuso in una cornice di metallo alla quale è fissata un’asta cilindrica, che può essere infilata in un piedistallo opportuno.
Legno, vetro, metallo
440 x 240; specchi 200x130
3/4 XIX secolo
Una tavoletta di legno, sulla quale è inciso un semicerchio graduato, presenta nel centro l’alloggiamento per il perno di un insieme di due specchi incernierati. L’apparato serve a dimostrare la molteplicità delle immagini formate da due specchi montati ad angolo.
Acciaio, legno
d. 65; h. 220
3/4 XIX secolo
Specchio cilindrico metallico a forma di colonna con piede e cappello in legno annerito per anamorfosi. Lo specchio doveva essere corredato da immagini su cartone – oggi perdute – che appaiono deformate alla visione diretta, ma perfettamente leggibili se riflesse dallo specchio cilindrico.
Ottone, ghisa, vetro, metallo
d. 390; h. 585
3/4 XIX secolo
Un treppiede in ghisa, munito di viti regolabili, porta una colonna sulla quale è fissato un cerchio graduato in quadranti di 90° ciascuno, al centro del quale era possibile applicare uno specchio o una vaschetta semicircolare di vetro.
Al centro, posteriormente, sono imperniati due bracci in ottone, alle cui estremità possono essere applicati diversi accessori, quali uno specchio, una sorgente luminosa o una lastra di vetro traslucido.
L’apparecchio serve a visualizzare i fenomeni della riflessione e della rifrazione dei raggi luminosi.
Acquistato da Dall’Acqua di Milano nel 1864.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.74, n.13.
Legno
400 x 700
Benetti A.
1/4 XX secolo
Tavola in compensato, suddivisa in quattro settori. Al centro sono fissate delle asticciole graduate e snodabili che simulano il percorso dei raggi luminosi nel passaggio da un mezzo ad un altro. Una tabella riporta gli angoli limite di alcune sostanze e alcuni indici di rifrazione.
Lo strumento è stato costruito e firmato dal prof. Annibale Benetti, docente di fisica al Liceo Sarpi dal 1888 al 1923.
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Legno
Varie
3/4 XIX secolo
Piedistalli con tavolette per esperienze di ottica.
Vetro, metallo, legno
Varie
1/4 XX secolo
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