Legno di noce, metallo
1180 x 430 x 1080
Malacrida G. – Bergamo
4/4 XIX secolo
Grande telaio in legno di noce lucidato montato su piedi in metallo regolabili mediante viti in ottone, al quale possono essere fissati diversi accessori per esperienze di meccanica. Tale apparato è firmato dall’artigiano bergamasco G. Malacrida ed è stato acquistato nel 1891 con alcuni accessori e arricchito di ulteriori accessori fino al 1897.
I lati del telaio sono percorsi da una lunga fessura, che permette di inserire viti e morsetti atti a sorreggere i diversi accessori. Qui è montato il piano inclinato, costituito da un’asta orizzontale graduata bicolore e da due guide metalliche, che sono incernierate da una parte ad un’estremità dell’asta orizzontale e, dall’altra, possono essere fissate al telaio ad un’altezza variabile. Sulle guide inclinate scorre un carrello a quattro ruote in ottone, dotato di un perno per l’inserimento di masse aggiuntive. Agganciando al carrello l’estremità di una cordicella, che all’altra estremità sorregga un portapesi e facendo passare la corda nella gola di una carrucola posta in corrispondenza delle estremità superiori delle guide, si ottiene l’equilibrio del carrello con l’applicazione di una forza minore del suo peso.
Riferimenti: Inventario 1888, n.561; Inventario 1914, n.4.
Una colonna in ottone sorregge un supporto verticale fessurato, in cui sono inseriti
un semicerchio graduato (goniometro), che presenta nel suo centro uno snodo, in cui sono imperniate due aste metalliche mobili ed una verticale fissa;
un perno scorrevole, collegato con le estremità di due aste mobili.
Le aste inferiori presentano a distanza regolare dei piccoli fori contrassegnati con i numeri 1 – 2 – 3 – 4 – 5 , cui corrispondono dei perni sulle aste superiori.
Il dispositivo serve a mostrare che le forze si compongono secondo la regola del parallelogramma.
Leggi ancora: La composizione delle forze si evidenzia facendo passare una corda dalle gole di due carrucole; alle estremità della corda si sospendono dei pesi e, in corrispondenza dello snodo inferiore del parallelogramma, si sospende il peso equilibrante il sistema. Le aste inferiori del parallelogramma vengono orientate in modo che abbiano la stessa direzione della corda, quindi la stessa direzione delle forze agenti; l’angolo formato da tali direzioni si legge direttamente sul goniometro. Lungo le aste inferiori, in corrispondenza dei fori opportuni, si fissano le aste superiori, in modo che la lunghezza delle aste sia proporzionale ai pesi applicati. Sull’asta verticale viene in questo modo determinata la risultante.
Tre aste in ferro sono collegate tra loro per mezzo di giunti parzialmente snodabili in ottone e possono essere montate sul telaio mediante tre colonnine in ottone (14/M), che costituiscono il fulcro per ciascuna leva. A distanza regolare, su ciascuna delle tre aste, vi sono dei perni, ai quali si agganciano i portapesi per dimostrare che, rispetto alla leva semplice, la tripla ne potenzia l'effetto.
Legno di mirto, ottone
d. 90
3/4 XIX secolo
Una staffa d’ottone munita di gancio regge la carrucola 25M in legno di mirto.
La puleggia 15M è formata da quattro carrucole coassiali di diametro decrescente in legno lucido fissate nel loro asse ad una staffa in ottone con gancio amovibile. La puleggia multipla consente di equilibrare una data forza con una di intensità minore.
Piedistallo con base circolare in legno di noce tornito e lucidato che completa il telaio con gli accessori necessari alle esperienze di meccanica; esso sorregge tre ripiani circolari che, nella parte inferiore, sono provvisti di ganci a distanza regolare per appendere gli accessori: carrucole, piattelli, portapesi e diversi pesi.
Vetro, ottone
l. 1230; d. 50
3/4 XIX secolo
Tubo in vetro, chiuso alle estremità da tappi in ottone; nella parte inferiore vi è un condotto in ottone con rubinetto di comunicazione con la macchina pneumatica.
Introducendo nel tubo piccoli corpi diversi (piuma, pallina di sughero, pallina di metallo) e capovolgendo il tubo stesso, si osserva che questi cadono con velocità differenti. Dopo aver estratto l’aria dal tubo mediante la macchina pneumatica se ne chiude il rubinetto, lo si stacca dalla macchina e lo si capovolge nuovamente; i corpi, non frenati dall’attrito con l’aria, cadranno con la medesima velocità, a dimostrazione che l’accelerazione di gravità è uguale per tutti i corpi.
Lo strumento risulta fornito da Tecnomasio – Milano nel 1872 – 73.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.10, n.23.
Legno di noce, avorio, piombo, metallo
base: 450 x 330; h. 1260
3/4 XIX secolo
Una colonna in noce tornito, fissata ad una base rettangolare, porta due bracci, ai quali è possibile fissare delle cordicelle da cui pendono sferette di materiale diverso (avorio, piombo, legno) per formare il pendolo semplice, oppure un’asta rigida con contrappeso, sulla quale possono scorrere delle masse, per formare il pendolo composto.
Con tale apparato è possibile svolgere diverse esperienze, fra le quali la dimostrazione che il periodo di oscillazione non dipende dalla massa delle sferette, ma solo dalla lunghezza delle cordicelle a cui le masse sono appese.
L’apparato è stato acquistato da Allemano di Torino nel 1865.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.421.
Piombo
d. 110
4/4 XIX secolo
Sfera di piombo di 7 kg con un perno di sospensione e, dalla parte opposta, con un supporto per un indice; la sfera veniva sospesa mediante un cavo d’acciaio al soffitto, per dimostrare l’invarianza del piano di oscillazione rispetto alla rotazione terrestre. L’esperienza fu eseguita per la prima volta nel 1851 dal fisico francese Léon Flucault (1819-1868).
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