Legno, vetro, metallo
Base 270 x 250; h. 940
1/4 XIX secolo
L’apparecchio serve alla dimostrazione, alla temperatura ambiente, delle leggi di Dalton, riguardanti le miscele di gas e vapori e, in particolare: che la quantità di vapore che satura un dato volume resta costante a parità di temperatura indipendentemente dalla presenza o meno, nel volume, di una altro gas; che in una miscela di gas, ciascun componente esercita una pressione parziale, come se da solo occupasse tutto il volume a disposizione e la pressione totale è la somma di tali pressioni parziali.
Un piedistallo in legno lucidato sostiene un grosso tubo in vetro, avente alle estremità due rubinetti; il tubo è in comunicazione con un altro tubo più piccolo, che funge da canna barometrica. A fianco del barometro è fissato un regolo lineare su cui è incisa una scala.
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Dopo avere riempito di mercurio il tubo, si avvita in corrispondenza della sua estremità superiore un pallone di vetro preventivamente riempito del gas che si vuole inserire nel tubo. Se si fa defluire dal tubo parte del mercurio, si rende disponibile un dato volume che può essere occupato dal gas. Si regola nuovamente la pressione al valore di quella atmosferica, versando altro mercurio nella canna barometrica. Tolto il pallone e avvitato un particolare rubinetto, è possibile inserire nel tubo il liquido che vaporizzerà nel volume disponibile, fino alla saturazione.
Dai documenti risulta costruito da Pixii di Parigi e acquistato nel 1822 al prezzo di 200 Franchi.
Riferimenti: Ganot A.(1894), Traité élémentaire de Physique, Paris, Hachette, p. 689. LPSAS, LXIII, 20 marzo 1822.
Legno, vetro, ottone
260 x 220; h. 930
3/4 XIX secolo
L’apparecchio misura la tensione massima del vapore d’acqua, al di sotto di 0°C.
Una base rettangolare in legno, munita di quattro piedi torniti, sostiene una colonna che termina con una piattello rotondo nel quale si incastra un bicchiere d’ottone; anteriormente alla colonna è fissato un regolo lineare in legno diviso in centimetri.
In un alloggiamento apposito della base è inserita una vaschetta in vetro per contenere il mercurio, che reca l’incisione «zero della scala». Nella vaschetta pescano due tubi barometrici, uno diritto e aperto, l’altro chiuso in alto e incurvato, in modo da pescare all’interno del bicchiere.
Riempiendo il bicchiere con una miscela refrigerante, il vapore del tubo che è a contatto con la miscela si raffredda e la sua pressione, che risulta diminuita, è misurabile dal confronto dei livelli del mercurio nella canna contenente il vapore acqueo e nella canna barometrica.
L’apparecchio è stato acquistato dal Tecnomasio – Milano nel 1869.
Riferimenti: Ganot A., (1894), Traité élémentaire de Physique, Paris, Hachette, p. 653.
LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.59 n.8.
Legno, metallo
320 x 130; h. 670
3/4 XIX secolo
Due colonne in noce a sezione quadrata e unite da un architrave poggiano su una base rettangolare; fra di esse è posta una vaschetta rettangolare di metallo che funge da serbatoio per il mercurio. Nell’architrave si trovano quattro alloggiamenti per altrettanti tubi barometrici.
L’esperienza con la quale si misurano le tensioni dei vapori consiste nell’immettere in tre tubi, dopo averli riempiti di mercurio e capovolti nella vaschetta, rispettivamente etere, alcool e acqua, fino alla saturazione. Il quarto tubo funge da barometro di riferimento.
Dal confronto del livello del mercurio in ciascun tubo con quello di riferimento si ottengono le tensioni massime di ciascun vapore.
Legno, ottone, vetro, ferro, mercurio
370 x 280; h. 1000
3/4 XIX secolo
L’apparecchio serve a determinare la pressione esercitata dal vapore di una data sostanza al variare della temperatura nell’intervallo da 0°C a 100°C.
Esso consiste di un grosso tubo in vetro appoggiato al fondo di una casseruola in ferro smaltato, che costituisce il serbatoio per il mercurio.
Due tubi barometrici, riempiti di mercurio, uno dei quali contenente il vapore in esame, sono posti all’interno del tubo di vetro e sono mantenuti in posizione verticale grazie ad un anello metallico, che sorregge anche un termometro. Il tubo in vetro, che si riempie d’acqua, è sostenuto da una colonna in legno fissata ad una base rettangolare ricoperta da una piastra di metallo. Sulla base era appoggiato il fornello (mancante) che doveva riscaldare l’acqua contenuta nel tubo.
L’apparecchio è stato acquistato dal Tecnomasio – Milano nel 1869.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.59 n.7.
Ottone
h. 250
Carlo Erba – Milano
4/4 XIX secolo
L’apparecchio serve per la distillazione del vino, necessaria per la determinazione esatta della quantità di alcool contenuto. L’alambicco è costituito da un palloncino, montato sopra un fornello a spirito, nel quale si versa il vino. Il pallone comunica con una serpentina posta in un recipiente sostenuto da un treppiede, in cui si versa acqua fredda. L’estremità della serpentina comunica con l’esterno nella parte inferiore del recipiente, sotto al quale andrebbe posto un contenitore per raccogliere il distillato sul quale poi effettuare le prove mediante l’alcolometro.
Data di acquisto 1890.
Vetro, metallo, legno
430 x 190; h. 600
1/4 XIX secolo
L’alambicco è formato da un matraccio in vetro, chiuso da un tappo smerigliato, su cui è infilato il tubo di collegamento con una serpentina posta in un grosso bicchiere. Il matraccio è sostenuto da un’asta fissata ad una base rettangolare in legno, sulla quale è montato anche il sostegno per il bicchiere.
L’alambicco era destinato alla distillazione del mercurio usato nelle varie esperienze, che perciò poteva contenere acqua o etere o alcool e doveva quindi essere purificato.
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