Bronzo, piombo
d. 110; h. 250; peso 8 Kg
1/4 XIX secolo
La pentola di Papin è una caldaia a pareti molto spesse, ermeticamente chiusa da un coperchio mantenuto in sede da una grossa vite montata su un supporto a forma di manico. Sul coperchio è montata una valvola sovrastata da una serie di pesi in piombo, la cui funzione è quella di aumentare la pressione interna alla pentola. L’acqua contenuta nella pentola bolle ad una temperatura superiore a 100°C se è sottoposta ad una pressione superiore a una atmosfera.
Riferimenti: LPSAS, LXIII 2 febbraio 1827.
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La pentola fu inventata da Denis Papin (1647 – 1712) allo scopo di migliorare l’alimentazione delle classi più povere, fornendo loro uno strumento – che egli chiamò «digestore»- per cuocere anche le carni più dure. Il merito di Papin, tuttavia, fu quello di ideare la valvola di sicurezza a leva, che fu largamente utilizzata in seguito, nella costruzione della macchina a vapore.
Dai documenti risulta che la pentola di Papin fu acquistata nel 1821 e che tale apparato era dotato di vari accessori, fra i quali una valvola a molla e una valvola a leva.
Metallo, vetro
d. 340; h. 490
4/4 XIX secolo
Un sostegno montato su un treppiede in ferro sostiene, mediante un giunto snodabile, un supporto orizzontale al quale sono fissati: una scatola cilindrica di metallo annerito, nella quale è possibile introdurre una massa nota di acqua; un tubo contenente un termometro con scala centigrada, il cui bulbo pesca nella scatola; un disco parallelo alla scatola e di diametro uguale al fondo, posto all’estremità opposta del tubo. L’apparecchio misura la quantità di calore irradiata dal Sole, quando lo si ponga in modo tale che la scatola contenente acqua riceva i raggi del sole in modo diretto o indiretto. Le differenze di temperatura della massa nota d’acqua, rilevate dal termometro, consentono di risalire al calore irradiato dalla sorgente.
L’apparecchio risulta fornito dal Tecnomasio – Milano nel 1887.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.493.
Rame
XIX secolo
Rame
XIX secolo
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