Vetro crown, ottone
Base: d. 100; h. 300; prisma: lato 32, l.130
3/4 XIX secolo
Il prisma equilatero in vetro crown è montato, mediante un supporto girevole a forma di L, sopra un sostegno a colonna in ottone con base circolare.
L’apparato serve a mostrare la dispersione di un fascio di luce bianca nei colori componenti.
Ottone, vetro
base d. 110, h. 320; prisma: lato 45, l. 65
Allemano – Gastaldi, Torino
3/4 XIX secolo
Una serie di sei prismi equilateri di vetri diversi uniti tra loro mediante un mastice opportuno è montato, mediante un supporto girevole a forma di L, sopra un sostegno a colonna in ottone con base circolare zavorrata.
Il prisma viene utilizzato per mostrare la relazione tra l’indice di rifrazione dei diversi vetri e la dispersione di un fascio di luce incidente che, attraversando i diversi strati, produce spettri di diversa posizione ed estensione, a seconda dell’indice di rifrazione della sostanza.
Sul sostegno del poliprisma è inciso il nome del fornitore Allemano – Gastaldi, Torino.
Data di acquisto 1865.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.410.
Vetro, ottone
base d. 100, h. 350; prisma: lato 45, l.120
3/4 XIX secolo
Poliprisma equilatero per liquidi, composto da sei scomparti in vetro montati, mediante un sostegno a forma di U, sopra una colonna in ottone con base circolare zavorrata. Ogni scomparto può essere riempito con liquidi differenti, così da mostrare le diverse dispersioni che subisce un fascio di luce incidente, a causa del potere rifrangente dei liquidi.
Il prisma è stato acquistato da Dell’Acqua.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.79, n.9.
Vetro, ottone
lato 330; h. 120
2/4 XIX secolo
La vaschetta di forma triangolare equilatera funge da prisma ottico per studiare i fenomeni di dispersione e di rifrazione della luce attraverso l'acqua.
Ottone, vetro
320 x 160; h. 120
2/4 XIX secolo
La vaschetta a forma di parallelepipedo rettangolo in ottone ha due pareti opposte in vetro e due in metallo. Sulle pareti in ottone sono inserite due lenti concavo – convesse, per esperienza sui fenomeni di rifrazione nei liquidi e per la teoria delle lenti.
Cristallo, legno
d. lente 60; h. 200
3/4 XIX secolo
Una lente di cristallo, da un lato piana e dall’altro a forma di piramide quadrilatera, è montata in una cornice di legno tinto in nero fornita di impugnatura.
La lente produce immagini quadruplicate.
Vetro, legno
d. lente 60; h. 200
3/4 XIX secolo
La lente in cristallo, da un lato piana e dall’altro a forma di prisma ottusangolo, è montata in una cornice di legno nero dotata di manico. La lente fornisce immagini duplicate.
Cristallo, legno
d. lente 120; h. 280
3/4 XIX secolo
In una cornice di legno tinto in nero con impugnatura, è montata una lente piana da un lato e convessa dall’altro. La superficie convessa è sfaccettata, così da produrre la moltiplicazione delle immagini.
Acciaio, vetro, metallo, legno
135 x 120; h. 150
K. Zeiss – Jena - n° 413
1/4 XX secolo
Una spessa piastra circolare di vetro è sorretta da due colonne montate sopra una base in ottone, sulla quale il coltello funziona manualmente. Il preparato da tagliare è incastrato in un tubo d’ottone e spinto attraverso un’apertura nella piastra per mezzo di una vite la cui testa presenta una scala graduata. Le divisioni della scala indicano lo spessore del taglio in centesimi di millimetro. Lo strumento serve per ottenere sottili preparati da montare sui vetrini portaoggetti per microscopio.
Legno, ottone, vetro
d. 35; l. 145 – 370
F. Harris – London
2/4 XIX secolo
Cannocchiale terrestre acromatico tascabile formato da quattro tubi telescopici in ottone; il più esterno è rivestito in legno. Quando è chiuso, la lente dell’oculare e l’obbiettivo sono protetti da due coperchi in ottone. Il cannocchiale terrestre contiene, oltre all’obbiettivo e all’oculare, un sistema di due lenti per raddrizzare l’immagine.
La firma del fornitore è incisa sul tubo più interno.
Metallo, cristallo, cuoio
160 x 150
1/4 XX secolo
Si tratta di un binocolo di tipo militare, composto da due cannocchiali incernierati al medesimo asse. Ciascun cannocchiale contiene un obbiettivo, un oculare e due prismi a riflessione totale, utilizzati per la prima volta dal costruttore italiano Ignazio Porro (1795-1875) e da lui detti “veicolo”. La luce proveniente dall’obbiettivo incontra la faccia corrispondente al cateto del prisma, penetra nel prisma, viene riflessa dalla faccia obliqua, ed esce dal prisma in direzione perpendicolare a quella di entrata; incontrando il secondo prisma subisce una nuova deviazione di 90° e raggiunge l’oculare. La messa a fuoco si attua ruotando gli oculari.
Data di acquisto 1914.
Riferimenti: Brenni P. (1995), Gli strumenti di Fisica dell’Istituto Tecnico Toscano, Ottica, Firenze, Giunti, p. 168.
Legno di noce, vetro
180 x 170; h. 100
3/4 XIX secolo
Una elegante cassetta trapezoidale è chiusa da un lato con una lastra di vetro smerigliato e, dal lato opposto, con due lenti; sul lato della cassetta vi è una fessura nella quale possono essere inserite le immagini: si tratta di vedute uguali, ma prese da angolature lievemente diverse in bianco e nero o con leggere coloriture, di piazze, giardini, palazzi, su lastre di vetro (due) o cartoncino (dieci). Uno sportello posto nella parte superiore della cassetta consente l’illuminazione delle vedute.
La scatola, al suo interno, è divisa da un settore, in modo da separare i campi visivi e da consentire così la visione tridimensionale delle vedute.
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Lo stereoscopio fu ideato dal fisico scozzese David Brewster (1871–1868) e commercializzato a partire dal 1850 dall’ottico francese Jules Duboscq (1817–1886), che ne favorì la diffusione, grazie anche alle esposizioni universali di Londra e Parigi. Lo stereoscopio ebbe anche un impiego clinico, per la lettura di lastre radiografiche.
Data di acquisto 1860.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.84, n.17.
Sede:
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