Ottone, metallo
d. 170
XX secolo
Schermo metallico con al centro una fenditura a forma di freccia che serve a visualizzare le immagini prodotte da specchi e lenti, oppure ad eseguire esperienze con la macchina da proiezione.
Legno di noce, cartone
d. 135; h. 260
XIX secolo
Schermi in cartone per esperienze di ottica.
Metallo, cristallo
l. max 360;h. 290
1/4 XX secolo
Un treppiede di ghisa sostiene una colonna sulla quale è posto un piattello che regge un prisma equilatero. Tre anelli montati sulla colonna reggono il cannocchiale, il collimatore e un terzo tubo porta scala. Il cannocchiale è munito di un obiettivo e di un disco che funge da schermo; il collimatore termina con una fessura che può essere regolata mediante una vite micrometrica; il terzo tubo contiene una lente che invia al prisma la radiazione proveniente da una sorgente di riferimento. Completano l’apparecchio otto bottigliette contenenti cloruri metallici. Lo spettroscopio è stato acquistato per l’analisi spettrale delle sostanze.
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Se si brucia sulla fiamma di un becco Bunsen una delle sostanze da esaminare, e si fa incidere sul collimatore la luce che da essa si sprigiona, il fascio risulta deviato dal prisma e giunge al cannocchiale sovrapposto ad uno spettro e ad una scala di riferimento proveniente dal tubo comparatore e che consente la misura della distanza relativa delle righe dello spettro. Dall’analisi delle righe spettrali è possibile risalire alla composizione chimica della sostanza.
Data di acquisto 1929.
Riferimenti: Ganot A.(1894), Traité élémentaire de Physique, Paris, Hachette, p. 473.
Metallo
d. 190
1/4 XX secolo
Uno schermo metallico circolare presenta al centro una fenditura, i cui bordi sono regolabili mediante una vite micrometrica.
Serve nelle esperienze sull’interferenza e la diffrazione della luce.
Data di acquisto 1929.
Ottone
d. 350; h. 350
ing. Luigi Longoni, Tecnomasio – Milano
3/4 XIX secolo
Una colonna in ottone con base circolare zavorrata sostiene una piastra rettangolare in ottone con un’ampia fenditura, pure rettangolare, i cui bordi sono costituiti da due sottili lamine che possono essere regolate sia orizzontalmente mediante una vite micrometrica con tamburo graduato, sia verticalmente. Si può così ottenere una fenditura abbastanza sottile, tale da permettere di osservare la diffrazione della luce.
Lo strumento, denominato Apparecchio di Grimaldi, risulta acquistato nel 1870.
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La diffrazione fu scoperto dal fisico italiano Francesco Grimaldi (1618-1663) durante i suoi esperimenti sull’osservazione dell’immagine prodotta dal foro di una camera oscura; rimpicciolendo le dimensione del foro oltre un dato limite, l’immagine che si produce perde la nitidezza dei contorni e assume la forma di cerchi concentrici, alternativamente chiari e scuri.
Metallo, vetro, legno
Off. Galilei Firenze – matr. n° 163895
1/4 XX secolo
Un tubo di metallo verniciato è chiuso ad una estremità da un tappo nel quale possono essere montati diversi accessori per esperienze di ottica fisica. Gli accessori contenuti in una cassetta di legno sono: una lente sferica; una fenditura a bordi paralleli; una fenditura a bordi divergenti; un diaframma con una serie di fori; due reticoli; un diaframma con due fenditure; un supporto per fili; un ago; un biprisma di Fresnel.
Ottone, metallo
Occhio: d. 80; h. 340
Allemano Giuseppe piazza Carlo Emanuele II Torino
3/4 XIX secolo
Una colonna in ottone con base circolare sostiene un globo di ottone annerito all’interno; nella parte anteriore del globo è inserita una lente (ora mancante) che funge da cristallino e nella parte posteriore è inserito un tubo telescopico, chiuso nella sua parte interna al globo da uno schermo traslucido. Anteriormente al globo oculare, un supporto regge un paio di portalenti in metallo annerito con lenti convergente e divergente (mancanti), che possono essere posizionate davanti al cristallino. L’immagine di un oggetto illuminato è raccolta dallo schermo in vetro traslucido, la cui posizione è regolabile sia anteriormente, sia posteriormente alla retina, per mostrare i difetti visivi della miopia e della presbiopia e come l’uso delle lenti li corregga. Un disco in cartone verde e nero contorna il globo e funge da schermo.
Sotto la base dell’apparato vi è un’etichetta recante il nome del venditore dal quale è stato acquistato nel 1866.
Ottone, rame, metallo, vetro
Base: d. 130; h. 480
4/4 XIX secolo
Modello in rame di occhio umano, montato su un piedistallo d’ottone che può essere alzato o abbassato telescopicamente; l’occhio è mobile sul piedistallo grazie ad uno snodo cesellato che ha l’aspetto di una maschera.
La superficie esterna dell’occhio è verniciata di bianco, con alcuni tratti rossi che richiamano i fasci muscolari e i capillari del globo oculare. Un telaietto sorregge la cornea in vetro, dietro la quale una lente funge da cristallino e un diaframma metallico da iride e da pupilla. Davanti al cristallino è fissato un supporto per le lenti, che sono contenute in una scatola in legno foderata in velluto lilla; si tratta di undici lenti e di un prisma, del tipo di quelle usate dagli ottici (attualmente manca una lente cilindrica).
Al di sotto del bulbo, una vite contrassegnata con A aziona una cremagliera che fa muovere il cristallino e una vite B fa avanzare il bulbo oculare, rispetto alla parte esterna, lungo un’altra cremagliera (su cui è incisa una scala 1 – 8).
Gli inventari lo indicano Occhio diottrico Vitali con lenti addizionali. Data di acquisto 1893.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1888, n.581.
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