Ferro, stoffa
50 x 120; 25 x 60
2/4 XIX secolo
Calamite a ferro di cavallo per esperienze sul magnetismo.
Legno di noce, vetro, ottone, rame
240 x 150 ; h. 280
3/4 XIX secolo
Su una cassetta rettangolare in legno sono montati due sostegni isolanti, che terminano con due sferette in ottone. Tra le sferette può essere inserito un cilindro in vetro, all’interno del quale si pone l’ago da magnetizzare; il cilindro a sua volta è inserito in una bobina di filo conduttore rivestito di seta. Collegando i capi del conduttore alle sferette e queste ad un generatore, la corrente che circola nella bobina genera un campo magnetico che magnetizza l’ago.
L’apparato è dotato di cinque bobine e due cilindri di vetro custoditi in un apposito cassetto inserito nella base.
L’apparecchio risulta fornito da Dell’Acqua – Milano nel 1865.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.128, n.12; Inventario 1871, n.308.
Legno, carta, metallo
d. 230
3/4 XIX secolo
Il quadrante della bussola è costituito da un foglio di carta sul quale sono disegnati a inchiostro vari cerchi concentrici che indicano i punti cardinali e una divisione dei quadranti in gradi. All’interno è disegnata la rosa dei venti e nel suo centro è infisso il perno su cui ruota l’ago magnetico. La bussola è inserita in una cornice in legno, che presenta agli estremi di un diametro due morsetti in ottone, nei quali è inserito un filo conduttore in rame di grossa sezione, che perciò viene a trovarsi al di sopra dell’ago magnetico.
Questo tipo di bussola serve per la realizzazione dell’esperienza con cui, nel 1820, Hans Christian Oersted (1777 – 1851) dimostrò la presenza di un campo magnetico generato dalla corrente elettrica che circola nel filo conduttore. Infatti, dopo avere orientato la bussola in modo che il filo sia nella stessa direzione dell’ago magnetico, se si collega il conduttore a una pila, si vede l’ago deviare sotto l’influenza del campo magnetico generato dalla corrente elettrica.
Lo strumento tuttavia può essere usato come un galvanometro per misurare, dalla deviazione dell’ago, l’intensità proporzionale della corrente, anche molto intensa, che circola nel filo.
Lo strumento è stato acquistato da Allemano di Torino nel 1865.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.417.
Legno, metallo, rame
400 x 400; h. 520
3/4 XIX secolo
Il banco di Ampère è costituito da un telaio rettangolare di rame, avente le estremità collegate a due serrafili fissati alla base in legno dell’apparato; in corrispondenza dei quattro vertici del rettangolo vi sono dei morsetti per il collegamento con la pila dei singoli tratti rettilinei del circuito. Sulla base è alloggiato un pozzetto a doppia parete per contenere il mercurio e ciascuno dei suoi scomparti è in collegamento con un serrafili. Un commutatore a mercurio posto sulla base dello strumento consente di invertire il verso della corrente circolante nel circuito. Un solenoide, una spira rettangolare semplice ed una doppia possono essere sospesi con un filo sottile al telaio fisso, in modo che i loro capi peschino ciascuno in uno degli scomparti del pozzetto contenente mercurio; i circuiti risultano perciò liberi di ruotare intorno ad un asse passante per il punto di sospensione e per il centro del pozzetto. Sospendendo la spira singola e facendo circolare corrente dapprima solo in essa, si osserva che si dispone in un piano perpendicolare al meridiano magnetico; sospendendo invece il circuito doppio, essendo un sistema astatico, non risente del campo magnetico terrestre. Se si collega ai poli di una pila anche l’intero circuito fisso, oppure uno solo dei suoi lati, si evidenziano le forze attrattive o repulsive che si instaurano fra i fili dei due circuiti percorsi da corrente nello stesso verso o in versi opposti; l’interazione fra le correnti è evidenziata anche dal solenoide.
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Le esperienze che si conducono con questo apparato sono relative all’interazione fra correnti, e in particolare fra correnti angolari, come quelle che percorrono circuiti di forma rettangolare. Lo studio di tali interazioni si deve in particolare al fisico francese André Marie Ampère (1775–1836), il quale, partendo dall’esperienza di Oersted che dimostrava l’esistenza del campo magnetico prodotto da un filo rettilineo percorso da corrente, scoperse e pubblicò nel 1822, e in seguito presentò all’ Académie des Sciences di Parigi, le leggi che regolano l’elettrodinamica.
Legno, ottone, metallo
500 x 310; h.510
2/4 XIX secolo
Sopra una base rettangolare in legno sono fissate due colonne in ottone, dotate di un braccio orizzontale, che termina con una piccola coppa per contenere mercurio; ciascuna colonna è inoltre collegata ad un capo del commutatore metallico posto sulla base dello strumento. Una spira rettangolare, costituita da un filo conduttore di grossa sezione ha, ai suoi capi, due punte metalliche disposte in modo da essere l’una sopra l’altra. La punta superiore appoggia nella coppa superiore, l’altra pesca soltanto nella coppa inferiore, cosicché la spira, pur risultando in equilibrio, è libera di ruotare intorno all’asse costituito dalle punte. Se si collegano i due serrafili con i poli di una pila, in modo da far circolare corrente nella spira, si osserva che la spira si pone in un piano perpendicolare al piano del meridiano magnetico; se si avvicina una calamita, la spira ruota in un senso o nell’altro, a seconda del verso della corrente e della polarità della calamita, in modo da disporsi in un piano perpendicolare a quello della calamita.
Legno, cartone, ottone, rame, ferro
d. 130; h. 280; l. 300
3/4 XIX secolo
Un piedistallo in noce tornito sorregge una staffa che porta un cilindro cavo in legno, sul quale è avvolto un filo conduttore isolato, le cui estremità sono collegate a due serrafili. Il cilindro è poi ricoperto di carta e nella sua cavità interna può essere inserito un secondo cilindro, fornito di impugnatura, sul quale è avvolto del filo conduttore collegato a due serrafili. Lungo l’asse del cilindro è inserito un nucleo di ferro.
Collegando il cilindro dotato di manico (circuito primario) con un generatore di corrente e il cilindro cavo (circuito secondario) con un galvanometro, si evidenzia il fatto che, muovendo il primario nella cavità, si instaura nel secondario una corrente indotta, che è più intensa se nel primario si inserisce il traferro. La stessa esperienza può essere condotta muovendo nella cavità del secondario una calamita.
Lo strumento è stato acquistato da Tecnomasio – Milano nel 1865.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1888, n.423.
Ferro, legno, avorio
Base d. 80; h. 200
3/4 XIX secolo
Un elegante piedistallo in noce tornito sorregge un braccio orizzontale nel quale è infisso un cilindro di ferro dolce, mantenuto in posizione da una vite in avorio. L’apparato serve per effettuare esperienze sull’induzione elettromagnetica.
Acciaio, legno, ottone, rame
d. 55; l. 800
Allemano G. – D. Gastaldi Torino
4/4 XIX secolo
Una sbarra calamitata in ferro, dotata nella sua parte centrale di un’impugnatura in legno, presenta a ciascuna estremità un rocchetto, sul quale sono avvolte numerose spire di un sottile filo conduttore isolato con la seta. Fra l’impugnatura e ciascun rocchetto sono invece avvolte poche spire di un filo isolato, di sezione maggiore; le estremità dei conduttori sono collegate a due serrafili posti sull’impugnatura.
La corrente che circola nel filo conduttore genera un forte campo magnetico, che magnetizza il ferro della sbarra, cosicché esso si comporta come un magnete.
Metallo, vetro, legno
190 x 170; h. 230
2/4 XIX secolo
L’apparato, che consiste di una calamita a ferro di cavallo sostenuta da un treppiede e disposta verticalmente, consente due dimostrazioni: le rotazioni elettromagnetiche secondo Faraday e Ampère e il funzionamento di un motorino elettromagnetico.
Nel primo caso si pone il mercurio nei due anelli di legno fissati intorno ai rami della calamita, e dotati di un morsetto per il collegamento con una pila; al di sopra delle espansioni della calamita si appoggiano due telai metallici dotati di un perno che alloggia nella punta della calamita. Quando nel telaio circola corrente, esso si pone in rotazione, a causa dell’interazione tra la corrente e il magnete.
Per dimostrare il funzionamento del motore elettromagnetico ideato dal fisico inglese William Ritchie (1790–1837) si riempie di mercurio il contenitore in vetro a due scomparti fissato al sostegno centrale e che regge, mediante una punta, una elettrocalamita formata da un’asta di ferro, alle cui estremità si trovano due avvolgimenti. I capi di tali avvolgimenti pescano nella vaschetta contenente mercurio. Se l’elettrocalamita è eccitata, essa si pone in rotazione per effetto dell’interazione coi poli magnetici e il suo movimento è reso continuo dal fatto che i capi degli avvolgimenti, ad ogni mezzo giro, invertono la polarità della corrente pescando alternativamente nell’uno e poi nell’altro degli scomparti di mercurio.
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Ferro
l. 100; l. 230
XIX secolo
Le sbarre di ferro, da posizionarsi sulle espansioni di una calamita sospesa ad un sostegno, possono sorreggere un peso mediante l’anello di cui sono dotate, mostrando così la forza esercitata dal campo magnetico.
Ottone, rame, seta
D. 50; h. 90
XIX secolo
Rocchetto di ottone sul quale è avvolto il filo di rame isolato con la seta.
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