Magnetite, ottone
65 x 65; h. 30
4/4 XVIII secolo
Un involucro d’ottone a forma di parallelepipedo riveste un blocchetto di magnetite, che è un magnete naturale. Sulle facce laterali dell’involucro sono incise alcune decorazioni rappresentanti tralci di fiori. Su una delle basi sono predisposti dei blocchetti in ferro i quali, fungendo da poli magnetici, trasmettono ad un’ancora (mancante) l’azione attrattiva della magnetite.
Questo tipo di calamita era probabilmente usata a scopo dimostrativo, per evidenziare come la forza esercitata dal magnete fosse in grado di equilibrare il peso di oggetti ben più pesanti della calamita stessa.
Magnetite
50 x 50; h. 45; 45 x 45; h. 20
1/4 XIX secolo
Due blocchi di magnetite naturale fissati ad un’armatura in ferro che forma i poli magnetici della calamita.
Acciaio, ottone
l. 250
3/4 XIX secolo
Calamita in acciaio a forma di sbarra, costituita da tre lamine affacciate e dotata di un gancio in ottone per poterla sospendere.
Ferro
340 x 140; h.60
2/4 XIX secolo
Grossa calamita formata da nove sbarre di acciaio affacciate e piegate a forma di ferro di cavallo. La calamita può essere sospesa mediante un anello posto alla sua sommità, mentre la forza attrattiva della calamita è esercitata per mezzo di una sbarra munita di un anello, al quale può essere attaccato un carico adeguato. La calamita, era dotata di un sostegno in noce e corredata di un masso in pietra che doveva dimostrare la sua azione attrattiva.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, p.96, n.2.
Acciaio, legno di noce
Base: d. 120; h. 175
3/4 XIX secolo
Un piedistallo in noce tornito, dotato di una base circolare, sorregge un alloggiamento in legno per quattro calamite a forma di sbarra, consistenti ciascuna in tre lamine di acciaio affacciate.
Le calamite sono state fornite da Tecnomasio – Milano nel 1873.
Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.458.
Ferro, legno
l. 230
2/4 XIX secolo
Due calamite d'acciaio a forma di sbarra, costituite ciascuna da tre lamine, sono contenute in una scatola in legno munita di coperchio. Vi sono inoltre due sbarrette di ferro dolce per collegare i poli opposti delle due calamite, per evitare la loro rapida smagnetizzazione.
Le calamite, citate negli inventari come Magazzino magnetico, sono state acquistate da Dell’Acqua – Milano nel 1853.
Riferimenti: LPSAS, XLVIII, Programmi 1853
Ferro, ottone
d. 65; h. 105
4/4 XIX secolo
Quattro aghi magnetici su basi circolari in ottone. Uno degli aghi è astatico.
Metallo, vetro
d. 60
4/4 XIX secolo
Bussola a forma di orologio, racchiusa in un astuccio metallico dotato di anello, per consentire la sua sospensione.
Sul quadrante argentato sono incise una scala angolare. da 0° a 360°, e una scala semicircolare 90 - 0- 90, per indicare gli angoli di inclinazione magnetica.
Legno, ottone, rame
155 x 155; h. 150; 160 x 160; h. 60; 200 x 180; h. 75
1/4 XX secolo
Tre telai in legno sorreggono ciascuno una lastra trasparente nella quale è inserito un filo conduttore collegato a due morsetti e avente diversa forma: un filo rettilineo, una spira circolare, una spira rettangolare. Cospargendo la superficie trasparente con limatura di ferro e facendo circolare corrente nel filo conduttore, la limatura si dispone secondo le linee di forza del campo magnetico generato dalla corrente elettrica, evidenziandone le diverse configurazioni.
Legno, metallo
155 x 155
1/4 XX secolo
Telaio in legno nel quale sono infisse due calamite e sul quale può essere appoggiata una lastra trasparente. In questo caso la limatura di ferro posta sulla lastra evidenzia le linee di forza del campo magnetico prodotto dalle calamite.
Legno, ottone, ferro
190 x 120
4/4 XIX secolo
Su un telaio in legno di forma rettangolare sono avvolte numerose spire di un conduttore, isolato con filo di seta e collegato a due morsetti in ottone. Un ago magnetico libero di ruotare su un perno, sostenuto da una piccola base in ottone, è posto all’interno del telaio ad indicare l’orientazione del campo magnetico. Dopo aver disposto il telaio nella direzione del meridiano magnetico, se si fa circolare corrente nel conduttore, si vede l’ago deviare fino ad assumere una nuova posizione di equilibrio. Questo telaio moltiplicatore, basato sul modello ideato nel 1820 da Johann Schweigger (1779–1857), illustra il principio di funzionamento del galvanometro col quale si rilevano, mediante la deviazione dell’ago magnetico, correnti anche di debole intensità.
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