Liceo Paolo Sarpi

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06F PIEZOMETRO DI ŒRSTED

Vetro, ottone, legno

Base d.: 100; h. 380

C. Dell’Acqua - Milano

3/4 XIX secolo

L’apparecchio, ideato dal fisico danese Hans Christian Oersted (1777 – 1851), serve per misurare la lieve compressibilità dei liquidi. Un robusto cilindro di vetro è fissato su una base in legno tornito ed è chiuso nella parte superiore da un tappo in ottone; una vite posta alla sommità del tappo muove uno stantuffo che permette di variare la pressione interna. Lateralmente al tappo vi è un ugello ad imbuto, chiuso da una chiave, per l’immissione dell’acqua. Il cilindro racchiude una piastrina d’ottone rettangolare, sulla quale è incisa una doppia scala e alla quale è fissato un tubo capillare, chiuso all’estremità superiore e aperto all’estremità inferiore (manometro ad aria compressa) e un altro tubicino ricurvo, aperto in basso e terminante da un lato con un’ampolla. Questa ampolla contiene il liquido di cui si vuole misurare la compressibilità. Sul fondo del cilindro deve essere posto un bagno di mercurio nel quale pescano i due tubi capillari; il cilindro deve essere riempito di acqua. Variando la pressione dell’acqua, per mezzo della vite posta alla sommità del cilindro, il mercurio sale nei capillari e comprime sia l’aria contenuta nel manometro, sia il liquido in esame contenuto nell’ampolla. Il confronto con la scala graduata permette di risalire, dalle variazioni di volume, alle variazioni di pressione del liquido.

La firma del costruttore è incisa sulla piastrina d’ottone.

Data di acquisto 1821 – 23.

Riferimenti: A.Ganot, Trattato elementare di Fisica e di Meteorologia, diciassettesima edizione, Milano, F. Pagnoni, p.52. LPSAS, LXIII, 2 febbraio 1821.

07F VASO CILINDRICO A FONDO MOBILE

Vetro, ottone

d. 50; h. 165

1/4 XX secolo

Un cilindro in vetro con fondo mobile può essere appoggiato ai bordi di un vaso di diametro maggiore, mediante tre asticciole in ottone.

Forse all’origine il fondo doveva essere costituito da un disco in ottone, oggi perduto. L’apparecchio serve per dimostrare l’esistenza della pressione verso l’alto nei liquidi.

Dai documenti risulta che tale apparecchio è stato donato dal prof. A. Benetti, docente presso il Regio Liceo dal 1888 al 1923.

18F APPARECCHIO DI GAY–LUSSAC

Legno, vetro, ottone

d. base: 170; h. 370

4/4 XIX secolo

L’apparato consente di dimostrare la legge dell’ascensione dei liquidi nei tubi capillari, misurando il livello raggiunto mediante un catetometro. L’altezza del liquido, infatti, è inversamente proporzionale al diametro del tubetto.

L’apparecchio è costituito da un alto bicchiere cilindrico dotato di una base in legno tornito, munita di piedi regolabili. Sulla sommità del bicchiere è appoggiata una sbarretta orizzontale che funge da sostegno per due tubetti capillari e che regge al centro una punta che può essere alzata o abbassata mediante una vite, in corrispondenza del livello del liquido nel capillare; la punta funge in tal modo da indice per il catetometro.

L’apparecchio è stato acquistato dal Tecnomasio – Milano nel 1881–82.

Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n. 472

21F APPARECCHIO DI PLATEAU

Vetro, metallo, legno

300 x 170 x 230

1/4 XX secolo

Su una tavoletta rettangolare in legno sono montati una scatola cubica di metallo con le pareti in vetro e un sostegno per una ruota girevole per mezzo di una manovella. Nella gola della ruota scorre una cinghia, che trasmette il movimento ad una ruota più piccola, montata al di sopra della scatola e collegata ad un perno che pesca all’interno.

Se si riempie la vaschetta di una miscela di acqua e alcool e si immette, in corrispondenza del perno, una goccia d’olio, ruotando la manovella, anche la goccia si mette in rotazione, evidenziando la forma particolare ad anello che essa assume per effetto della forza centrifuga.

L’apparecchio fu inventato dal fisico belga Joseph Plateau (1801 – 1883) che si occupò in particolare delle forze molecolari; le prime descrizioni dell’apparecchio e delle lamine liquide ottenute con i telai (simili a quelli contrassegnati con il numero 22/F) risalgono al 1850 circa.

Data di acquisto 1913.

Riferimenti: O.Murani, Trattato elementare di Fisica, VI edizione, U.Hoepli, Milano, 1919, p. 307. LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1914, n.112.

23F ENDOSMOMETRO DUTROCHET

Legno d’ulivo, metallo, vetro

h. 400

3/4 XIX secolo

L’apparecchio serve per la misura della pressione osmotica; esso consiste di un’ampolla in vetro priva di fondo, il cui collo è un lungo tubetto, fissato ad una piastra d’ottone sulla quale è incisa una scala. L’ampolla è montata, per mezzo di un manicotto in legno, ad un sostegno verticale su base circolare, al quale è annesso un piedistallo cilindrico che regge un recipiente (oggi mancante). Il fondo dell’ampolla deve essere chiuso da una membrana semipermeabile e l’ampolla riempita di una data soluzione salina. Se si immerge l’ampolla nell’acqua contenuta nel recipiente, la membrana consente il passaggio dell’acqua dal recipiente all’ampolla, ma non viceversa. Il livello del liquido sale perciò lungo il tubetto, arrestandosi quando le pressioni che agiscono sulla membrana diventano uguali.

Il modello di questo apparecchio fu ideato da René Dutrochet (1776 – 1847).

Dai documenti risulta che l’oggetto è stato fornito da dell’Acqua di Milano nel 1860 – 61.

Riferimenti: LPSAS, CCLXXXV, Catalogo metodico, n. 13 p.24.

24F SETACCIO DOPPIO

Ottone

d. 140; h. 80

3/4 XIX secolo

Il doppio setaccio può essere utilizzato per mostrare il principio su cui è basata la dialisi. Se lo si ricopre con una membrana colloidale e lo si riempie di una soluzione di sali e colloidi, si osserva, dopo avere adagiato il setaccio sull’acqua di una bacinella, che solo i sali attraversano la membrana.

Data di acquisto 1871.

Riferimenti: A.Ganot, Trattato elementare di Fisica e di Meteorologia, 17^ edizione, Milano, F.Pagnoni,  p.86. LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1871, n.448.

74F APPARECCHIO PER LA PREPARAZIONE DELL’ACQUA DI SELTZ

Vetro, ferro, peltro

d. 140; h. 370

3/4 XIX secolo

Una bottiglia a vasi sovrapposti in spesso vetro è rivestita da una rete metallica di protezione e termina con un tappo in peltro con beccuccio e leva di compressione. L’acqua di seltz si preparava immettendo a pressione nel recipiente dell’anidride carbonica, che entra in soluzione nel liquido e riempie anche lo spazio sovrastante. Aprendo la valvola superiore, la pressione interna spinge fuori il liquido e il gas disciolto.

L’oggetto, che è di fattura francese, era comune nei ristoranti e nei caffè alla fine del XIX secolo.

75F SOFFIETTO HUNTER PER ASFITTICI

Legno, pelle, ottone

l. 540; h. 210

1/4 XIX secolo

Doppio soffietto di Hunter per asfittici, secondo la descrizione del Catalogo metodico migliorato dal Prof. Configliacchi, e reso servibile a molte esperienze e ricerche pneumatiche. Lo strumento, costruito in legno e pelle, è dotato di una bocchetta in ottone, e di quattro valvole o animelle, pure in ottone, due delle quali corrispondono alla camera superiore, e le altre alla inferiore. Dai documenti doveva essere dotato di numerosi accessori oggi mancanti (alcuni sono conservati al Museo E.Caffi di Bergamo).

Lo strumento si colloca nell’ambito delle ricerche sulla salubrità dell’aria che furono sviluppate e approfondite negli ultimi anni del XVIII secolo e potrebbe essere stato usato nell’ambito dell’insegnamento delle materie scientifiche istituito in collaborazione con l’Ospedale San Marco.

Data di acquisto 1819.

Riferimenti: LPSAS, LXIII, 19 dicembre 1819. CCLXXXV, Catalogo metodico, n.24 p.45

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